Non è facile capire cosa interessasse ad Alice Rohrwacher nella storia che lei stessa ha scritto di un sempliciotto di campagna dal quoziente intellettivo basso, trasportato con la magia di una favola dal passato al presente. Lazzaro è un contadino degli anni ‘90 che assieme ad altri come lui vive in una realtà ottocentesca, ingannati da una padrona nobile (Nicoletta Braschi, finalmente in un ruolo perfetto per lei) che li tiene lontani dal mondo all’oscuro di tutto per poterli sfruttare come schiavi e non come lavoratori, volerà per magia nel presente dove troverà le stesse persone questa volta però in città, poveri di una povertà senza regole e paragoni. Sembra infatti che al film interessino le dinamiche di umano sfruttamento, poi invece l’impressione è che si innamori di una marginalità così unica da doverla creare con un artificio di trama e infine pare che siano i comuni ed alterni destini di quelli che una volta erano padroni e schiavi in un mondo che giudica senza aspettare e v...