Si intuisce da subito che Christophe Honoré vorrebbe avere tantissime cose da dire sugli eventi del suo film, sulla storia di due omosessuali (uno a dire il vero bisessuale) nella Francia degli anni ‘90, ma purtroppo non ne ha. E se questo è un problema relativo nella prima parte, quando c’è tutta la storia da srotolare con una maestria più che decente e quel consueto e ammirevole stile invisibile della narrazione francese, nella seconda diventa un supplizio, perché i fatti da raccontare sono finiti e il film stesso desidera ardentemente di finire ma Honoré non glielo consente, ravanando e ripetendo, cercando di dare l’impressione di avere molte idee sul senso della trama, senza però averne davvero nessuna.
Come in un melò classico l’amore dei due protagonisti è impedito dal contesto. Si incontrano in un cinema, si piacciono, vanno a letto e si frequentano fugacemente ma il fatto che vivono in città diverse li tiene lontani. Lungo gli anni tenteranno di trovarsi e concretizzare un amor...
La storia di un amore omosessuale nella Francia degli anni '90 diventa in Sorry Angel la lunga agonia di un regista che non riesce mai a farci conoscere i personaggi nonostante ci provi all'infinito
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