Un uomo partito per la guerra e tornato a casa dopo la resa della Francia ne ha abbastanza del terzo Reich e decide di non ripartire quando è richiamato, ben conscio di quello cui va incontro e dei problemi che causerà a moglie e figlie. Antinazismo di montagna, lontano dalla città, dai ghetti, dalle SS e dai rastrellamenti, il terreno perfetto per Terrence Malick, amante dei grandi contrasti e dei massimi sistemi da far scontrare mentre vento, montagne, erba ed acqua stanno a guardare. Che poi si finisca in un campo di prigionia nazista e in un aula piena di svastiche, che sia tirato in ballo il regime che più di tutti al cinema è sinonimo di male assoluto sembra quasi una conseguenza scontata.

La storia è vera, quella di Franz Jägerstätter, e inusualmente per il Malick degli ultimi 10 anni è raccontata in maniera lineare. Un disertore non violento che per non giurare fedeltà ad Hitler fu disposto a tutto. 60 minuti per imbastire la sua storia e la sua decisione, altri 60 di prigionia...