La sensazione uscendo da Bacurau di Kleber Mendoça Filho (girato assieme a Juliano Dornelles) è più o meno la stessa provata uscendo da Aquarius 3 anni fa, non tanto dispiacere ma una certa dose di dubbio sul posto che un film del genere possa occupare in concorso a Cannes.
Se Aquarius era una storia docile di una donna anziana che malvagi capitalisti dal volto e dal fare gentile vogliono sfrattare di casa (offrendosi di comprarle l’appartamento anche a caro prezzo ma poi anche con mezzi meno leciti) per i loro fini commerciali, qui c’è una trama più d’azione e violenta in cui un paesino di poche anime nel prossimo futuro entra nel mirino di alcuni cacciatori di uomini americani, gente che paga per sparare e uccidere persone di cui non importa a nessuno.
Come in Aquarius è una storia di un Davide contro Golia, là dove Davide è la tradizione, il passato, le origini e la memoria storica del paese e Golia è il presente, il business, gli Stati Uniti. E già una contrapposizione simile non è...
Pronto a diventare un western leonino ma solo negli ultimi dieci minuti, Bacurau conferma lo stato incerto del cinema di Kleber Mendoça Filho
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