Parasite
di Joon-ho Bong
7 novembre 2019
Alla seconda commedia di fila (la terza in carriera) Bong Joon-ho aggiusta il tiro, la tinge molto più di nero di Okja e realizza forse uno dei suoi film più belli. Di certo il migliore degli ultimi 10 anni.
Ricchi e poveri nella Corea di oggi sono come ricchi e poveri nel medioevo, Parasite lo si potrebbe tranquillamente ambientare 1000 anni fa senza toccare quasi nulla. Storia di inganni e servi astuti, di raggiri scaltri e nere conseguenze per quelli che sembrano essere i più furbi. Parte come una commedia sofisticata, tutta trovate geniali (la casa in cui vive la famiglia povera, la professionalità con cui scroccano il wifi all’inizio), prosegue come un thriller e finisce come una tragedia greca.
Ricchi e poveri nella Corea di oggi sono come ricchi e poveri nel medioevo, Parasite lo si potrebbe tranquillamente ambientare 1000 anni fa senza toccare quasi nulla. Storia di inganni e servi astuti, di raggiri scaltri e nere conseguenze per quelli che sembrano essere i più furbi. Parte come una commedia sofisticata, tutta trovate geniali (la casa in cui vive la famiglia povera, la professionalità con cui scroccano il wifi all’inizio), prosegue come un thriller e finisce come una tragedia greca.
I parassiti sono questa famiglia indigente come tante che trova una maniera per fregare una famiglia ricca. Il figlio più grande si fa assumere millantando e falsificando credenziali per dare ripetizioni alla rampolla nella sua casa di design. I soldi sono ottimi e arrivano abbondanti così...
Ironico e tragico, epico e domestico, Parasite è il miglior Bong Joon-ho che gira un film mirabolante e rigoroso su poveri e ricchi
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