Quando non martoria i suoi personaggi con tutte le peggiori conseguenze che la politica delle classi superiori riversa sulla vita di quelle inferiori, Ken Loach ama prendere i suoi operai, postini, lattai, drogati, depressi, operai o disoccupati cronici in simpatici intrecci tra il fantastico e il favolistico. Nei migliori casi ne escono metafore straordinarie della vita e delle convinzioni del regista (sostanzialmente l'ideale comunista classico), in altre semplicemente buoni film.

The Angels' Share è il secondo caso.

La sceneggiatura del fido Paul Laverty comincia subito a macinare, fin dalle primissime immagini della prima scena, quando uno dei protagonisti (la maschera della deficienza stessa) viene apostrofato da un altoparlante mentre da solo, in una stazione di notte, ciondola fino a cadere sui binari poco prima dell'arrivo del treno. Un momento esilarante, seguito da un collage di accuse e requisitorie fatte in tribunale a favore o contro gli altri personagg...