Sono passati sessantuno anni da quando Jack Kerouac scrisse le ultime parole di quello che sarebbe diventato il suo romanzo più celebrato (cinquantacinque se si pensa a quando fu pubblicato per la prima volta), simbolo di una generazione in cerca della propria identità e per questo soprannominata dallo stesso Kerouac “beat”, ovvero battuta, sconfitta (siamo a fine anni ‘40, in pieno dopoguerra), che nel tempo ha finito per rappresentare la sintesi anche di parole come beatitudine (nelle droghe e nel misticismo) e battito-ritmo (vedasi la musica jazz del tempo).

Sulla Strada si chiudeva con un poetico paragrafo dedicato allo scrittore Neal Cassidy (nel libro chiamato Dean Moriarty), compagno di molte delle avventure che Sal (lo pseudonimo di Kerouac) racconta nel libro, che da solo racchiudeva quel senso di smarrimento che accompagnava molti giovani dell’epoca all’inizio di una nuova era senza punti di riferimento:

E così in America q...