CETTO C’È, SENZADUBBIAMENTE, DI GIULIO MANFREDONIA: LA RECENSIONE

La legge dell’aumento delle proporzioni di sequel in sequel ha portato (finalmente) Cetto La Qualunque nel reame dell’assurdo. Se prima ci flirtava e ci infilava occasionalmente un piede, ora ci si stabilisce con entrambi. Dopo la corsa a sindaco del proprio paese e i legami con il parlamento ora Cetto C’è, Senzadubbiamente lo mette in corsa per diventare re d’Italia.

Giulio Manfredonia e Antonio Albanese confermano senza lena tutti i difetti dei due film precedenti ma stavolta con un concept migliore, più asciutto e diretto che se non altro gli dà una direzione unica verso cui procedere. Poi lungo la strada lavora sulle situazioni comiche.

Il problema è che questo lavoro continua a essere sul niente, su una trama quasi inesistente. La lunga parte che dovrebbe introdurlo, ad esempio, si capisce che avrebbe il ruolo di essere il segmento più divertente. Solo che non lo è. Portatore sempre di un umorismo da comico (...