È veramente difficile fare cinema d’inchiesta senza nuove rivelazioni da offrire. Di più è farlo su casi dubbi, fumosi e ancora di più è farlo sostenendo le tesi più difficili, quelle a maggior tasso di complotto percepito. Di sicuro è impossibile farlo come lo fa City of Lies, cioè con un’aria da puntata di Mistero, in cui una specie di giovanile eccitazione contamina tutto il racconto all’insegna della passione per il retroscena occultato.

In più di un punto infatti l’impressione è che questo film, scritto dall’attore alle prese con la sua prima sceneggiatura Christian Contreras (a partire dal romanzo di Randall Sullivan) e diretto da Brad Furman, sia decisamente più interessato a raccontare l’occultamento che la verità occultata, molto più interessato a mostrare che esiste un complotto piuttosto che a raccontare cosa complotto preveda.

In una storia portata avanti come l’ordinaria amministrazione di qualsiasi poliziesco di stampo anni ‘90, in cui Brad Furman inietta buone d...