Diciamocelo, andarsi a confrontare con il Conan di John Milius era un progetto senza senso fin dall'inizio. Non tanto per la presenza esplosiva di Schwarzenegger, nè per la forza immaginativa di un fantasy barbarico e nemmeno per la partecipazione della voce profonda per eccellenza del cinema americano, James Earl Jones. Quello che ha reso Conan un film capace di resistere al tempo è stata la perfetta aderenza di quella storia e quell'ambientazione alle idee, le ossessioni e le preferenze degli occhi e del cuore di Milius. La forza, la natura, l'epica, la potenza e le sue contraddizioni, una dimensione di vita (realistica o meno) che presta il fianco ad inquadrature e sequenze capaci di mescolare personaggi e paesaggio come poche altre volte è stato fatto. Nietzsche per le masse.

Tutto questo a Marcus Nispel (regista di Pathfinder ma anche del buon remake di Non aprite quella porta) non interessa minimamente, il suo Conan non è un "corpo da...