C’è un equivoco forte alla base di Copperman, cioè l’idea che anche solo lontanamente parli di supereroi, ma non è un equivoco interno al film, frutto di una cattiva realizzazione, sta semmai tra lo spettatore e il film. In altre parole Copperman è esattamente il film che vuole essere, solo il titolo, i cartelloni e un po’ i trailer cercano di far intendere al pubblico che sia qualcosa di leggermente diverso.

Eros Puglielli (che aveva esordito con un film autarchico dedicato ai supereroi come Dorme) gira la storia di un Forrest Gump che si fa Iron Man senza tecnologia all’interno del favoloso mondo di Amelie. La dolcezza del primo immersa nello zucchero dell’ultima è l’obiettivo finale, dichiarato dalla prima inquadratura e perseguito per tutto il film senza timore di ricalcare tutto quel che farebbe Jean-Pierre Jeunet (al netto del suo senso macabro del grottesco).

Luca Argentero è il protagonista (più vicino al Simple Jack di Ben Stiller che a Forrest Gump a dire il vero), un bambino...