Bisogna fare molta attenzione a leggere le recensioni della stampa italiana (ma, in questo caso, anche internazionale). La convinzione che ormai mi sono fatto è che non conti più molto la bravura cinematografica, ma altri fattori, decisamente più personali. Tim Burton (e nel discorso metto anche Charlie e la fabbrica di cioccolato, onesta ma tutto sommato inutile nuova versione del romanzo di Roald Dahl) è un cocco della critica internazionale e i motivi sono semplici. Si tratta di un regista sicuramente più intelligente e colto del 95% dei suoi colleghi statunitensi, con un occhio decisamente rivolto all’Europa (il film è infatti ispirato ad una fiaba russa). E’ sempre dalla parte dei deboli, sia che vengano martoriati dai loro coetanei giocatori di football che da ricchi e spietati nobili, come in questo caso. E poi, fa film in animazione in passo uno, scelta tradizionalista, anche se per alcuni sembra che sia l’unico a comp...