Il miracolo delle sceneggiature di Francesco Bruni, quando riescono, è che non hanno nessun bisogno di raccontare qualcosa di straordinario, perché riescono a trasformare l’ordinario in straordinario. Questioni ed eventi che in altri film sono trascurabili o semplicemente sciocche, trite e noiose (come ininfluenti litigi di lavoro o questioncine di rapporti tra fratelli e sorelle) si gonfiano a momenti rivelatori e cruciali. Quando in una sceneggiatura di Francesco Bruni tutto riesce i film raggiungono un diapason, un’armonia così perfetta da trasportare lo spettatore in un luogo in cui è possibile toccare con mano la realtà dei sentimenti di tutti i personaggi in scena, nessuno escluso. E in ogni momento.

A quel punto non importa più cosa stia accadendo, diventa del tutto superfluo, ogni contingenza scivola in secondo piano, relegata a mero pretesto. Anche quando, paradossalmente, si tratta di un argomento ingombrante come quello di Cosa sarà: il sopraggiungere di una malattia potenzi...