COUNTDOWN, DI JUSTIN DECK – LA RECENSIONE

Ci sarebbe da derubricare facilmente Countdown a horror passatempo, film senza idee ma con una fattura onesta, se non fosse che abusa senza vergogna di temi, notizie, figure, culture e movimenti per innalzare uno statuto che invece il suo linguaggio per immagini vorrebbe ben più basso.

Di suo il film sarebbe una specie di Final Destination con note da tech-horror, quello in cui sono i software o le tecnologie in generale a causare e propagare il maligno (come una volta facevano scatole o libri). Saccheggiando al padre dei tech-horror, The Ring, dà un tempo limitato ai personaggi prima che arrivi la loro morte e il compito di indagare sull’origine dei quell’app malefica per evitare di morire. Intanto intorno a loro parenti e amici che cercano di sfuggire la morte (cosa vietata dalle policy dell’app accettate all’installazione) trovano la morte proprio per questa ragione.

Insomma non muore chi si ubriaca e fa sesso ma chi viola le condizio...