Basterebbero solo i momenti di bella recitazione, così isolati, caricati, attesi, preparati e spiattellati senza nessuna amalgama con il resto del film, solo piazzati ad un certo punto come un passaggio obbligato, per smascherare Il Crimine Non Va In Pensione come il più classico dei film “non è mai troppo tardi”, cinema da terza età in cui gli anziani si comportano da giovani, che non ci inventiamo in Italia ma che prendiamo dopo i diversi successi più o meno clamorosi nel resto del mondo.
La ricetta è prendere una serie di attori più o meno famosi, di certo noti un tempo e dotati di un credito presso un pubblico oggi in là con gli anni, metterli in uno scenario amaro in cui la loro età li mortifichi e poi prenderli in un intreccio che li rimetta in gioco in una trama di genere, consentirgli insomma di ribaltare la loro situazione e dimostrare di essere ancora in grado di avventure o emozioni giovanili. Con in più un immancabile (ma anche inutile) personaggio giovane accanto a loro.