Adattare un manga al cinema americano è un’operazione di traduzione culturale sempre complicatissima ma, forse complice la natura di detective story di Death Note, il film che Adam Wingard ha tratto dai fumetti di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata traballa, barcolla, scivola e rischia sempre di crollare ma non lo fa mai e alla fine riesce a reggersi sulle proprie gambe, regalando anche un paio di momenti molto riusciti.

Se i giapponesi stessi, nel momento di comprimere i lunghi archi narrativi dei fumetti o delle serie anime in un solo film fanno molta fatica con lo storytelling, gli americani non sembrano essere da meno. La storia del libro che il demone della morte Ryuk (doppiato dall’inconfondibile Willem Dafoe) porta sulla Terra per il proprio divertimento, affidando ad un ragazzo sveglio ed outsider la possibilità di vedere ucciso qualunque persona lui conosca di nome e volto solo scrivendolo su una pagina del suddetto libro, diventa un teen movie molto “teen”, confuso ma visivam...