Poteva forse un film sulla storia di come sia stato scritto il Canto di Natale di Dickens esimersi dal parlare di natali presenti, passati e futuri? Ovviamente no, ma Dickens: L’uomo Che Inventò il Natale fa di peggio. Prima mette in scena la creazione di quel racconto come un viaggio in quegli eventi, come se Dickens fosse passato attraverso le medesime peripezie fantasmatico-temporali di Scrooge, come se avesse raccontato qualcosa che gli è accaduto, poi contamina questo racconto di altre trame, quelle del vero passato dello scrittore (non quello che gli fa vedere il fantasma omonimo) e quella del suo vero presente, con suo padre, generando una confusione narrativa non da poco.

Eppure già a partire dal titolo sembrava possibile mettere in piedi un altro tipo di storia, una a cui il film strizza solo l’occhio senza affrontarla. È quella di Dickens e della maniera in cui l’insuccesso (veniva dal trionfo di Oliver Twist ma tutti i suoi romanzi successivi non riuscivano a vendere) lo spi...