In un momento di grandissima sincerità in cui Divorzio a Las Vegas si trova a rappresentare una scena tipica del cinema italiano più leggero, quando qualcuno per liberarsi urla nel vuoto le proprie frustrazioni, avviene qualcosa di inedito. I personaggi riconoscono che quello che stanno per fare è un luogo comune del cinema italiano (“Hai presente quei film italiani in cui qualcuno grida nel vuoto?”) prima di farlo. Non è una critica né una parodia, perché il film appartiene in pieno alla tipologia di opere in cui “qualcuno grida nel vuoto” e del resto i personaggi lo faranno, seriamente, non per prenderlo in giro. È un’ammissione di appartenenza ad un genere, un’ammissione di rara onestà.
Del resto difficilmente Divorzio a Las Vegas potrebbe spacciarsi per altro rispetto a quel che è, cioè la classica commedia italiana contemporanea a medio budget e medie ambizioni, caratterizzata più che altro da due elementi: il suo spunto per l’originalità e i suoi attori per il tono. Giamp...
Più fluido della media e capace di reinventare i soliti attori o inventarne di nuovi, Divorzio a Las Vegas sa che tipo di film è e lo accetta
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