Forse non era il caso di affidarlo a Bart Freundlich il remake americano di Dopo il matrimonio. Di certo non era il caso di farlo pure scrivere a lui.

La storia rimane quella dell’originale, c’è infatti un operatore in zone disagiate che si reca in un altro paese per vagliare la possibilità che una benefattrice sovvenzioni la sua impresa, proprio nei giorni in cui sta per avvenire il matrimonio della figlia, solo per scoprire che c’è qualcosa che la lega a quella famiglia di benefattori, che poi è il vero scopo per cui è stata contattata. A cambiare sono i sessi.

Il gender swap che motiva l’operazione (i principali ruoli maschili diventano femminili e viceversa) è però in questo caso un’operazione ben più delicata di quelle già viste, con scarsi risultati, in altri remake hollywoodiani (Ghostbusters, Ocean’s 8). In Dopo il matrimonio il genere stesso del film dipende dalle posizioni occupate da uomini e donne e dalle relazioni che stringono.

Susanne Bier aveva creato un film sorprenden...