Negli anni trenta e quaranta, i grandi musical di Hollywood si distinguevano (tra le tante cose) anche per il montaggio. Mentre normalmente le pellicole dell'epoca avevano un ritmo molto regolare (poi definito dai francesi découpage classico) i musical (nei momenti di ballo) venivano spesso ripresi con lunghi piani sequenza (basti pensare ad un titolo come La danza delle luci), in cui i registi potevano mettere in mostra le loro abilità, spesso castrate da un sistema produttivo molto rigido.
Nel 2006, invece, capita che Bill Condon faccia un film con pochissime idee di regia (movimenti di macchina laterali e sinuosi per seguire le performance canore, carrellate circolari per unire due persone, zoomate per chiudere un numero) e si affidi quasi completamente al montaggio per ravvivare la situazione. Risultato? La critica impazzisce e sostiene che il film è il favorito all'Oscar, come se stessimo parlando di Bob Fosse (l'autore di Cabaret e All that Jazz, d...
Nel 2006, invece, capita che Bill Condon faccia un film con pochissime idee di regia (movimenti di macchina laterali e sinuosi per seguire le performance canore, carrellate circolari per unire due persone, zoomate per chiudere un numero) e si affidi quasi completamente al montaggio per ravvivare la situazione. Risultato? La critica impazzisce e sostiene che il film è il favorito all'Oscar, come se stessimo parlando di Bob Fosse (l'autore di Cabaret e All that Jazz, d...
Tre ragazze cercano di farsi strada come cantanti. Il successo arriverà, ma portando anche conflitti e problemi personali. Canzoni sfolgoranti, ma una storia esile e poco convincente per questo favorito agli Oscar...
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