Non deve stupire nessuno che i temi più cocenti degli anni che viviamo siano elaborati per primi in film piccoli, molto convenzionali sotto tanti punti di vista e pensati per un consumo rapido e instant, invece che nel grande film da festival o nel blockbuster ad alto costo. E poi c’è Katherine (titolo di nessuna attinenza con il film) è fatto in fretta, non ha ambizioni festivaliere di certo, anzi, è un film di buona fattura, chiara scrittura, ottime interpretazioni che invece che stupire mira a intrattenere e lasciare un buon sapore in bocca. Era la produzione più frequente e l’ossatura di Hollywood fino a qualche anno fa, la maniera in cui l’industria del cinema americano spiegava e raccontava il mondo, oggi invece film così sono un’eccezione, spesso finiscono dritti in streaming e vederli al cinema è una rarità.
L’attrice Mindy Kaling interpreta e scrive la storia di una donna che viene assunta come autrice di un Late Night Show in decadenza, viene assunta perché a un certo punto l...
Storia di vecchio e nuovo, la grande presentatrice e comica che viene aiutata da un nuovo arrivo. Eppure E poi c'è Katherine parla davvero di noi
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