Imbarazzante. E’ l’impressione che fa questo film. Un po’ come rivedere un’ex non in forma dopo vent’anni. Ritrovare dei personaggi che, piaccia o meno, sono entrati nell’immaginario popolare (sfido chiunque a non sorridere all’inizio, quando parte la celebre canzone di Abatantuono) e vederli in queste condizioni, suscita più pietà che rabbia.
I Vanzina, ultimamente, sembrano specializzati nel riprendere dei vecchi successi degli anni settanta-ottanta, con pellicole come Il ritorno del Monnezza o La mandrakata. Sarebbe facile (e probabilmente anche giusto) cercarne le ragioni in una certa sterilità creativa e nella voglia di passare alla cassa, ma proporre delle pellicole di facile presa e con delle buone possibilità commerciali è tutt’altro che un difetto (magari, basterebbe evitare scandalosi spot pubblicitari all’interno della pellicola, come avviene purtroppo qui)
I Vanzina, ultimamente, sembrano specializzati nel riprendere dei vecchi successi degli anni settanta-ottanta, con pellicole come Il ritorno del Monnezza o La mandrakata. Sarebbe facile (e probabilmente anche giusto) cercarne le ragioni in una certa sterilità creativa e nella voglia di passare alla cassa, ma proporre delle pellicole di facile presa e con delle buone possibilità commerciali è tutt’altro che un difetto (magari, basterebbe evitare scandalosi spot pubblicitari all’interno della pellicola, come avviene purtroppo qui)
Il problema vero è che bisognerebbe ricordarsi i motivi per cui la gente ha amato gli originali e magari cercare di off...
20 anni dopo, tornano il milanista Donato, l’interista Franco e lo juventino Tirzan, con le consuete difficoltà a conciliare pallone e vita personale. Abatantuono e i Vanzina rimettono mano al loro grande successo. Purtroppo…
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