FAVOLACCE, DEI FRATELLI D’INNOCENZO: LA RECENSIONE

C’è un velo di ineluttabilità in Favolacce, annunciato dalla voce fuori campo dimessa di Max Tortora che spiega l’inizio di questa storia, una specie di destino avverso che fin dall’inizio sembra incombere sui personaggi e, come nei film di Yorgos Lanthimos, condanna ogni loro azione ad essere un modo perverso di farsi male l’un l’altro senza provare sentimenti che non siano rancorosi, odiosi e insoddisfatti. Nei villini di Spinaceto, là dove le famiglie vivono una promessa di benessere falsissima, fatta di piscinette e giardinetti, subito smentita da corpi, volti e atteggiamenti, una promessa che nessuno poteva mantenere ma tutti fingono di aver mantenuto, dei bambini guardano i genitori e le loro piccinerie, la quotidiana violenza verbale e non che li circonda.

Di piccolo evento in piccolo evento, senza un preciso filo logico ma accostando situazioni, scenette e personaggi disegnati benissimo (sapendo lavorare proprio sul ...