FIGLI, DI GIUSEPPE BONITO: LA RECENSIONE

Le commedie italiane, in media, non fanno ridere. Diventa evidente davanti a un figl come Figli, che invece fa ridere, e ricordando subito come funzionano queste cose. Funzionano che gli attori interpretano bene una sceneggiatura scritta in modo che l’ironia ci parli della trama e dei personaggi, e lo fanno in certi casi aggiungendo dettagli di recitazioni che enfatizzano l’umorismo. Funzionano che tutto ciò è diretto da una regia che non si limita a dargli spazio ma collabora con loro con le armi della composizione delle inquadrature e del montaggio per aiutare le battute, dar loro respiro, evitando di accavallarle e in certi casi fornendo una risata in più solo con un tempo di montaggio.
Questa è l’unica maniera in cui può accadere che due attori molto bravi come Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi sembrino dare il loro meglio e un autore di testi come Mattia Torre (tra gli autori di Boris) sembri aver scritto la sua sceneggiatura definitiv...