Primo figlio da papà e decimo film da regista. Abbiamo il sospetto che Leonardo Pieraccioni si sia dedicato nell'ultimo anno di più alla sua prima creatura in carne e ossa che non alla sua decima pellicola da attore-autore. Nulla da eccepire esistenzialmente. Parecchio da ridire cinematograficamente.

In Finalmente la felicità lo troviamo ingrassato, svagato, distratto, deconcentrato. Il suo cinema non ha mai prodotto fuochi d'artificio, come lui non è mai stato un ciclone di creatività ma prima, quantomeno, c'era un filo di tensione elettrica in più.

Che qualcosa non vada lo si capisce fin dall'inizio: il suo personaggio di sempre (single di provincia integrato nella collettività senza grosse velleità), stavolta un musicista che vorrebbe far scegliere gli strumenti ai bambini affidandosi al loro istinto (i bambini possono ancora essere liberi mentre gli adulti, come lo stesso Pieraccioni, sono costretti a ripetere...