Avete mai avuto l’impressione che un film termini dove dovrebbe iniziare? Talvolta capita e Fur è proprio una pellicola di questo tipo, che dà l’impressione che le due ore di durata (lunghe, molto lunghe) sarebbero state perfette se sintetizzate nel primo atto. Ma non è solo questo il problema del film, che fallisce nel punto fondamentale della storia.
Diane Arbus, per chi non lo sapesse, è diventata famosa come la fotografa dei diseredati, dei reietti, insomma di quello spicchio di società che per le patinate riviste degli anni cinquanta e sessanta non esisteva.
Diane Arbus, per chi non lo sapesse, è diventata famosa come la fotografa dei diseredati, dei reietti, insomma di quello spicchio di società che per le patinate riviste degli anni cinquanta e sessanta non esisteva.
Insomma, i suoi ritratti mostravano l’umanità in luoghi dove molti perbenisti pensavano non potesse essere presente. Ma il film di Steven Shainberg, in questo senso, è una delusione totale. Quello che vediamo è un’accozzaglia di freaks (la donna che fa tutto con i piedi perché non ha le braccia, il nano, il gigante, il travestito) senza pers...
Diane Arbus, insoddisfatta della vita agiata che conduce e del lavoro di assistente del marito fotografo, inizia a frequentare un gruppo di persone ai margini della società. Decisamente, non si apre bene il Festival del Cinema di Roma…
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