Galveston, la recensione

Galveston, il quarto lungometraggio di Melanie Laurent (uscito nel 2018 ma arrivato solo ora nelle sale italiane), è un’ottima bozza su cui lavorare. Certo c’è da limare, aggiustare e sistemare, ci sono personaggi come Rocky (Elle Fanning) da ingrandire e approfondire, ci sono alcuni cliché da rimodellare perché non sembrino così cliché e soprattutto vanno aggiustati i tempi della parte centrale. La buona notizia è che il grosso va bene e il lavoro da farci è minimo.
Purtroppo però il film non è una bozza. È così, fatto e finito.

La materia base proviene dal romanzo di Nic Pizzolatto e lui stesso l’ha adattata per lo schermo dietro pseudonimo. È quindi ottima. E Melanie Laurent non lavora nemmeno male nel farla diventare immagini. Anzi. Sorprendentemente centra al primo colpo quel mondo.
La storia è più che essenziale: un criminale con una malattia terminale che non ha intenzione di curare finisce in una sparatoria durante una rapina. Ne esce vivo e lì incontr...