In Gamberetti per tutti il desiderio di accreditarsi come film LGBTQ+ non passa per l’esposizione di temi, personaggi e idee care alla comunità, ma per una lista di convenzioni. Rispettare tutte queste convenzioni sembra essere il suo unico modo di trovare un’identità, o più che altro rubarla a tutto il resto di film che quelle convenzioni (buone o cattive che siano) le hanno costruite e affermate. E Gamberetti per tutti le rispetta così a fondo da trasformarle subito da convenzioni in stereotipi. Figure, eventi, inquadrature e svolgimenti così noti e abusati che finiscono per parlare più della mancanza di volontà nel fare questo film che dei suoi intenti.
La storia è vera (anche questa una convenzione ma obiettivamente la più veniale) ed è quella della squadra francese di pallanuoto che ha partecipato alle olimpiadi gay in Croazia. A questa si aggiunge l’ingresso di un allenatore riluttante, un omofobo condannato dalla federazione ad allenarli dopo aver insultato un omosessuale in dir...
Una squadra di pallanuoto che deve partecipare ai giochi gay in Gamberetti Per Tutti diventa occasione per prolungare i soliti stereotipi del cinema LGBTQ+
È necessario attenersi alla netiquette, alla community infatti si richiede l’automoderazione: non sono ammessi insulti, commenti off topic, flame. Si prega di segnalare i commenti che violano la netiquette, BAD si riserva di intervenire con la cancellazione o il ban definitivo.