Quando ero adolescente io (e stiamo parlando, fa impressione dirlo, di quasi vent’anni fa), Ghost Rider era considerato il fumetto americano più fascista sulla piazza, assieme al Punitore. Devo dire che, nonostante avessi le idee un po’ confuse, intuivo già allora che utilizzare certe seriose categorie di pensiero per prodotti del genere fosse ridicolo. Se già il fumetto, insomma, non era da prendere troppo sul serio (ma almeno era disegnato divinamente), figuriamoci una pellicola diretta da Mark Steven Johnson e interpretata da Nicolas Cage.
Non ci sarebbe nulla di male a realizzare un film badando solo allo spettacolo e all’evasione. Il problema è che manca qualcosa. Normalmente, anche nei prodotti più brutti di questo tipo, è possibile farsi quattro risate (magari senza che questa fosse l’intenzione degli autori). Insomma, anche il trash ha i suoi lati positivi. Per carità, qualche momento esilarante non manca...
Un giovane motociclista, per salvare la vita al padre ammalato, vende l’anima al diavolo, diventando così uno spirito della vendetta fiammeggiante. La pellicola con Nicolas Cage non è neanche troppo pacchiana, ma semplicemente insulsa…
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