C’è un corpo in transizione al centro di Girl.

Un ragazzo in età da liceo che vuole diventare donna.

L’abbigliamento, l’atteggiamento e i toni sono già da donna, ma con ormoni e interventi desidera diventarlo a tutti gli effetti. Non è semplice e lungo tutto il periodo del film il suo è un corpo a metà. Non più uomo, non ancora donna.
La parte migliore dell’idea alla base di Girl è che cambiare sesso non sia una realizzazione di sé (almeno non solo) ma un processo terribile che ha a che fare con il martoriamento del proprio corpo. Che esista un dolore non puntuale, come quello dell’intervento, ma lunghissimo e che la mutazione del corpo debba avvenire a tanti livelli diversi. Questo film, rispetto a tanti altri, intende il cambiamento sessuale come una mutazione in più dimensioni.

A fare da specchio a questa fase è il fatto che la protagonista cerchi anche di diventare ballerina classica professionista, affrontando, anche lì, un percorso di dolore, sangue, ferite, ossa che si piegano e...