Qualsiasi costruzione di un leader contemporaneo passa per l’audiovisivo, per un documentario o un film che ne riassuma la vita o la carriera, rilanciandone ii valori con un comparto immagini che arrivi dove le parole non possono. Greta Thunberg non è un leader nel senso vero della parola, ma è un simbolo, un’attivista il cui volto è diventato emblema di una causa che prima non aveva volti. Questo documentario di Nathan Grossman, che le è stato accanto dal primo giorno (aveva ricevuto una soffiata su questa bambina che voleva scioperare ed era andato a riprenderla per farci un corto), cerca di raccontare non tanto la battaglia di Greta, ma lo sforzo e l’ingenuità autentica che stanno dietro. Nella negoziazione dei significati dell’immagine di questa ragazza, questo documentario è il primo atto che si oppone ai media (che finora sono stati gli unici a decidere quale dovesse essere l’immagine di lei che ci arriva), e per questo lavora esattamente su tutto quello che i media t...