Per una pellicola come The Grudge si utilizza spesso il termine horror d’atmosfera. Lo ha ripetuto anche la stessa attrice questa mattina a Roma durante la conferenza stampa, sottolineando la differenza tra il cinema americano (fatto di “ultratettone che corrono nella direzione sbagliata”) e quello giapponese (più interessato al rapporto con la religione).
Beh, francamente dopo essermi annoiato a morte in pellicole come questa o The Ring, di fronte a questa etichetta mi viene voglia di mettere mano alla pistola.
Ma dove cavolo sarebbe questa atmosfera? Nel fatto che la protagonista chiede informazioni in giapponese in un’inutile scena di due minuti che sarebbe dovuta essere tagliata al montaggio? Nella arzigolata struttura a flashback, utile forse per convincere qualche dodicenne al suo terzo film visto della bontà del prodotto? Negli accenni (decisamente superficiali e frettolosi) alla credenza giapponese che una persona che muore mentre si trova i...