HAMMAMET, DI GIANNI AMELIO: LA RECENSIONE

Tutto Hammamet si svolge attorno a una Pasqua degli ultimi mesi di vita del protagonista il cui nome non sentiamo mai, come del resto non sentiamo nemmeno quello degli altri. Gli unici che vengono chiamati per nome sono i personaggi inventati e la figlia (ma non il suo nome vero, Stefania, uno di finzione anch’esso garibaldino, Anita). È una Pasqua che riunisce la sua famiglia nel suo ritiro e gli dà modo di interagire con diverse persone, non solo famigliari. Sono come fantasmi che arrivano in visita e con cui dialogare di politica.

In questo periodo l’anziano Craxi, pieno di acciacchi e malanni, maledice l’Italia per il trattamento ricevuto e si fa curare controvoglia. Poche concessioni di fantasia, molto realismo, sebbene poi intorno a lui i comprimari non abbiano niente di realistico ma oscillino tra lo stereotipo culturale e la maschera teatrale, caricando le interpretazioni e risultando sempre sbilanciati davanti a lui, Pierfrancesco Fav...