L'ultima volta che abbiamo visto Kenneth Branagh alle prese con un film ad alto budget correva l'anno 1994. L'autore inglese era alla regia di un Frankenstein che, pomposamente, dichiarava fin dal titolo la sua diretta parentela col libro di Mary Shelley; Francis Ford Coppola, produttore, tentava così di ripercorrere il successo del suo Bram Stoker's Dracula con una pellicola che si proponeva come la versione definitiva del libro della Shelley. Il risultato è stato mediamente deludente poiché Branagh, lasciato a briglia sciolta, non è stato in grado di gestire le necessità spettacolari di un film ad alto budget né di sviluppare le psicologie dei personaggi, intrappolato com'era dalla sua stessa egocentrica prosopopea. Stessa sorte è toccata, nel 1996, al suo Hamlet, ma per motivi sostanzialmente differenti: l'aver portato al cinema la tragedia di Shakespeare in versione integrale con un film sontuoso ambientato n...