Il calcio nella cultura italiana è così ingombrante che è facile pensare davanti a Il Campione che si tratti di un mancato film sul calcio. Nella trama infatti le dinamiche legate allo sport sono presenti ma secondarie, la storia è quella di un allievo e un professore che sviluppano un rapporto quasi padre-figlio, l’uno cambia l’altro e viceversa. Il fatto che tutto avvenga nell’ambito del calcio professionistico, che sia girato con grandissima perizia, precisione, poche falsità (l’unica sono i giocatori, tutti inventati) e tantissima credibilità, sembra far pensare che sarebbe stato meglio allora se lo sport fosse stato centrale. Invece no. Vedendo Il Campione è subito chiaro che tutto questo impegno per rendere fede allo sfondo della vicenda non è buttato, anzi è quello che la rende valevole e la sorregge.
Quella che rimane una storia molto semplice e dallo svolgimento canonico con un’impalcatura così solida diventa plausibile, concreta, efficace.

La piccola rivoluzione di Il...