Quando si parla dell’adattamento del maggior best seller della letteratura mondiale (siamo oltre i 40 milioni di copie vendute and counting), penso possa essere utile parlare anche del romanzo in questione. Un libro (e un autore) furbo, furbissimo. Che unisce in maniera molto astuta alcuni elementi apparentemente inconciliabili e che, senza dubbio, ottiene lo scopo di far girare le pagine al lettore in maniera vorticosa (qualità poco stimata, ma decisamente importante).
In primis, c’è una classica storia hitchcockiana (molti critici hanno parlato del film in questi termini, ma a ben vedere il lavoro di Dan Brown era già chiaramente su questa strada). Un innocente che viene creduto colpevole e che deve fuggire non solo per scagionarsi, ma anche per far luce sul/i delitto/i di cui è accusato, mentre un poliziotto arcigno cerca di incastrarlo e i veri colpevoli tramano nell’ombra. E che, così facendo, instaura un rapporto sempre pi&ugr...
Lo studioso Robert Langdon viene convocato al Louvre per far luce su un omicidio. Si ritroverà a dover fuggire per dimostrare la sua innocenza e per svelare un segreto vecchio di millenni. Da un libro interessante, un film di una bruttezza quasi sacrilega...
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