Nessuno sa come dare una festa al cinema meglio di Baz Luhrmann.
Il suo Gatsby, come prevedibile, è fedele alle parole (molte sono le frasi originali che vengono riprese, specie le più enfatiche) e tradisce tutto con le immagini, si disinteressa della decadenza per riprendere l'opposto, l'opulenza magnifica e lo stordimento dell'uomo innamorato nel suo mezzo. I concetti sono pochi e semplici, come sempre non è l'estrema complessità di letture ad interessare il regista australiano, ma la potenza e la molteplicità di stimoli con i quali è possibile arrivare a comunicare poche ed essenziali idee. In questo caso: l'amore di una vita ("Ha fatto tutto per lei!") e l'immensa solitudine che deriva dall'essersi dedicato anima e corpo ad una causa sola.
La maniera in cui questo Gatsby è stato piegato verso un titanismo registico romantico è burino e sincero al tempo stesso, così ingenuo e onest...
Vicinissimo alla trama e alle parole originali, ma lontanissimo dalle sue idee di fondo, il Gatsby di Luhrmann è uno straordinario e bellissimo caos visivo anche se non all'altezza delle proprie speranze.
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