A quasi dieci anni di distanza dal clamoroso successo agli Oscar di The Artist, film muto che racconta gli anni Venti di Hollywood nel critico passaggio al sonoro attraverso la parabola di un divo decaduto, con Il principe dimenticato Michel Hazanavicius torna a giocare con grossi budget, a fare scommesse pericolose e soprattutto a voler parlare di cinema nel cinema, stavolta non ispirandosi alla storia stessa del mezzo (come anche in Il mio Godard, sull’iconico regista della Nouvelle Vague) ma conservando solo il desiderio di scombinare continuamente la grammatica del linguaggio filmico, che ora si mescola pericolosamente con quel genere difficilissimo che è il cinema per ragazzi.

Le premesse sono infatti quelle da racconto di formazione: Djibi (Omar Sy) è un padre vedovo che si occupa da solo della figlia Sofia (Sarah Gaye). Il momento più bello della giornata di entrambi è quando, prima di andare a letto, Djibi le racconta una favola di cui lui è il principe e lei la principessa da ...