Era almeno da L’Imbalsamatore che Matteo Garrone inseguiva la favola come scheletro narrativo, era da Ospiti che lavorava sugli spazi e sull’aria aperta in maniere tutte sue (raggiungendo punte di misplacement incredibili, luoghi impensabili ripresi per sembrare altro da quel che sono, contrasti arditi e scelte imprevedibili), è dal suo primo film Terra di Mezzo che invece si appassiona ai corpi meno concilianti (troppo grassi, troppo magri, troppo alti, troppo vecchi, transessuali, rifatti, muscolosi ecc. ecc.). Tutto questo giunge ad una sintesi in Il Racconto dei Racconti, in cui tre favole sono raccontate incrociandone destini e fili. Tutte hanno a che vedere con il corpo dei protagonisti e tutte si svolgono in luoghi reali (il ricostruito e il digitale è poco) che paiono di fantasia.

Il Racconto dei Racconti ha una qualità immediata ed epidermica, colpisce forte subito grazie ad un impianto visivo fondato sulla sorpresa che non è più quello tipico di Garrone, quello de...