L’ultima volta che il golden boy della commedia americana mainstream Judd Apatow aveva mischiato commedia e racconto semi-autobiografico, ne era uscito un film estremamente intelligente e divertente come Funny People, in cui Adam Sandler interpretava un famoso attore/stand-up comedian incapace di legare con gli altri a causa del suo successo, riflessione amara da insider dello showbusiness alla Bojack Horseman. Con Il re di Staten Island Apatow torna a parlare di adulti che maturano tardi (come in 40 anni vergine, Molto incinta e lo stesso Funny People) usando stavolta come soggetto l’emergente comedian del Saturday Night Live Pete Davidson, nel film Scott, facendone una sorta di what if di come sarebbe stata la sua vita di se non fosse diventato famoso.

Ma Davidson non recita bene come Adam Sandler, e il film usa sì diverse caratteristiche del vero Davidson (anche nel film è traumatizzato dalla morte del padre, vive con la mamma e la sorella e ha lo stesso umorismo da SNL) ma viene ca...