Pochi come Jim Sheridan hanno mostrato negli anni una visione così chiara e coerente della storia del proprio paese come una continua vessazione istituzionalizzata dello stato nei confronti dei singoli cittadini. Siano personaggi epici come Bobby Sands o povere donne degli anni ‘20 come è Roseanne McNulty in questa storia, c’è costantemente una forma di sopruso perpetrata ai loro danni tramite i mezzi dello stato e delle sue istituzioni, la galera come il manicomio. C’è sempre insomma nell’Irlanda di Jim Sheridan il timore che non potrò essere chi sono o desidero diventare, non potrò fare quel che cerco di fare perché una macchina spaventosa e più grande di me mi si mette contro, come in una persecuzione.

Il Segreto incrocia questo tipo di ossessione con una storia melodrammatica di amori e gravidanza, di lettere e lacrime, abiti a fiori e preti belli. È l’armamentario del cinema rosa di tantissimi anni fa rispolverato e rimesso a lucido per essere affiancato ad un ritmo compassato e d...