Io Danzerò
di Stéphanie Di Giusto
15 giugno 2017
C’è il cinema ad aleggiare in Io Danzerò, perché Loie Fuller è la danzatrice che oltre ad aver battuto per prima la strada della danza moderna, fondando diversi stilemi ancora oggi in voga, è anche l’ispiratrice di diversi tra i corti del cinema delle origini (sia dei Lumiere che di Melies) nonchè la protagonista di un corto di Segundo De Chomon. Le sue performance di ballo in cui agitava ampie vesti con effetti scenici e armonici inediti, aiutati da un impianto luci all’avanguardia che tramutava il bianco in diversi colori, sembravano perfetti per l’allora embrionale tecnica del cinematografo: ipnotiche, capaci di vincere il vincolo del bianco e nero (il bianco delle vesti poteva facilmente essere colorato in “postproduzione” con il medesimo effetto che aveva dal vivo) e così lontane dai molti canoni della danza di allora.
Quello che oggi sarebbe un perfetto video virale (ne ha tutte le caratteristiche di attrazione e performance) ieri era uno dei molti corti che intrattenevano gli sp...
Animato da uno spirito carnale ammirabile ma anche vessato dalla consueta ammirazione e sudditanza dei biopic, Io Danzerò non riesce mai davvero a superare il convenzionale
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