Affidarsi agli stereotipi non è mai il modo migliore per leggere un’opera; poi ci sono film, come questo Kadaver appena uscito su Netflix, di fronte ai quali non si può fare altro che alzare la braccia in segno di resa.

Kadaver e la Norvegia

Kadaver è un film norvegese, e ha tutte le caratteristiche che con una certa superficialità viene spontaneo associare a quel Paese: è freddo, livido, distaccato, profondamente triste, un’ora e mezza di luci blu e primi piani dolenti; è la post-apocalisse vista da lassù, un mondo in rovina del quale al regista Jarand Herdal interessa descrivere soprattutto gli abitanti, i rimasugli di umanità, i brandelli di una società che si è sgretolata sotto le bombe e lotta disperatamente per trovare un modo, e un motivo, per andare avanti.

Il viaggio allucinante è visto tutto dagli occhi di Leonora (Gitte Witt) e della sua famiglia, composta dal marito Jacob (Thomas Gullestad) e dalla figlia Alice (Tuva Olivia Remman), un nome che fa venire in mente tane di bi...