C'è una cosa che avevamo capito già nel primo film di Lo Hobbit, che la principale modifica introdotta da Peter Jackson era nel tono. Ci sono tante aggiunte e tanti cambiamenti in entrambi i film ma è evidente che il passaggio più determinante è quello dal ritmo leggero a quello grave già proprio di Il signore degli anelli. Jackson ha avvicinato la storia di Lo Hobbit a quella della trilogia già vista al cinema per stile e tono, le ha rese coerenti e in una parola, un corpus unico, sarà una sola esalogia, sei film che possono essere visti tutti insieme senza sapere che tra di loro passano 10 anni.

Accettato questo, cioè che il rapporto tra le due storie al cinema è molto diverso e più saldo di quello che c'è in letteratura, Lo Hobbit sta continuando sul percorso migliore. Certo non sfugge a nessuno la pretestuosità di...