Molto spesso l’impressione nel vedere film italiani d’orrore, suspense e tensione è di essere fermi ad altre epoche. Alcuni sono fermi al giallo argentiano (non lo attualizzano, proprio lo imitano senza cambiare molto), altri sono fermi a Una pura formalità e a quell’idea di racconto di tensione di stampo letterario che viene messo in scena con una passione inspiegabile per le soluzioni teatrali. Questo è La stanza, che dopo un ottimo inizio visivamente accattivante e pieno di personalità, si scioglie tirando molto molto a lungo le sue rivelazioni e cercando poi colpi di scena che non funzionano più, per diventare infine uno slasher quando è davvero troppo tardi.

Eppure l’ingresso in scena di Camilla Filippi con abito da sposa, su un cornicione, durante una terribile giornata di pioggia che le spande i...