Quella della sporcatura di genere, della vena di giallo o di thriller o di quel che vi pare, è una fastidiosa tendenza del cinema italiano recente, che nel suo animo rimane lo stesso (storie di famiglie, storie di adolescenti problematici, sempre e comunque in interni più che borghesi, tradimenti ecc. ecc. tutto condotto con un continuo ricorrere ad espressionismi recitativi che sono tali solo nella volontà del regista) ma superficialmente indossa un manto di genere. Una dinamica più ridicola che altro.

 Era l'idea dietro a La doppia ora, La ragazza del lago e molti altri film su questa scia.

Proprio a La ragazza del lago sembrerebbe guardare La variabile umana. C'è un investigatore a cui è affidato un caso, ha una famiglia, la cui madre non c'è più e si divide tra la figlia adolescente e il caso con fare apatico nei confronti della vita. Ma è solo la prima parte, nella seconda Bruno Oliviero sceglie di andare s...