E’ preoccupante quando la storia della realizzazione di un film è più interessante del film stesso. Eppure, è esattamente quello che è capitato a Lady in the Water, con il divorzio di Shyamalan dalla Disney (colpevole a suo dire di non credere a sufficienza nel film) e l’arrivo in casa Warner. In mezzo, polemiche abbastanza puerili (sembra che uno dei motivi scatenanti fosse il fatto che uno dei dirigenti della Casa del topo non fosse nella sua abitazione al momento dell’arrivo della sceneggiatura – di domenica! – pronto a leggere il prezioso manoscritto e che questo abbia mandato su tutte le furie il regista) e soprattutto un libro che racconta tutte queste visissitudini, uscito prima del film (particolare inconsueto, considerando le difficoltà narrate).
In realtà, non è difficile comprendere le perplessità di Nina Jacobsen, responsabile di produzione della Disney, e dei suoi colleghi, dubbi peraltro...
Una creatura del mare arriva in soccorso di un uomo per aiutarlo a ritrovare la sua strada. Ma sarà lei ad avere difficoltà a tornare a casa. L’ultima pellicola di M. Night Shyamalan, l’autore de Il Sesto senso e Signs, è deludente e irritante…
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