L’AMORE A DOMICILIO, LA RECENSIONE DEL FILM DISPONIBILE SU PRIME VIDEO

Se c’è un dettaglio che i film italiani solitamente non sbagliano è il soggetto, l’idea del film in 30 righe. Anzi ad essere proprio precisi è lo spunto. In questo caso poi, come nel cinema italiano degli anni ‘50 e ‘60, lo spunto comprende la star e si fonda su di essa: un uomo ordinario incontra per strada una ragazza, lei lo rimorchia e lui ne rimane ammaliato senza sapere che è una rapinatrice agli arresti domiciliari che cercherà di sfruttarlo, lei è Miriam Leone.

Ma se c’è un difetto che i film italiani solitamente non mancano di avere è la grandissima fatica a superare lo spunto, la sofferenza nel trovare una maniera di portare avanti la trama con ugual forza. Spesso, disperati e affannati, si rifugiano in finali aperti, grandi esistenzialismi, considerazioni sull’amore, annacquando, dimenticando e trascurando sempre di più l’intreccio che invece, all’inizio, nei trailer e negli spunti aveva funzionato...