C’è quanto di più cinematografico possibile alla base di L’Angelo Del Crimine, un contrasto interno ad un personaggio che ce lo rende un po’ sghembo, fuori dai canoni ed interessante, che ci fa aggrottare le ciglia per capirlo meglio. È la storia di Carlos, vero rapinatore ragazzino, spietato killer con efebica faccia d’angelo. Un minorenne con il fare da gangster e il grilletto facile ma anche molto casual, rilassato e cinico. Un criminale edonista, bisessuale che il film di Luis Ortega a tratti rappresenta con la classica sigaretta in punta di bocca, ad altri invece inquadra impietosamente in mutande mostrando il suo fisico acerbo e non attraente.

Il problema è che Carlos, il protagonista, è anche molto difficile da conoscere. È difficile capire come ragioni, che obiettivi abbia e cosa gli passi per la testa. Questo fa sì che ogni sua decisione sia davvero imprevedibile e crei una certa tensione. Di conseguenza anche l’arco narrativo e la parte sentimentale non possono somigliare a q...