È con uno dei peggiori inizi dell’annata per recitazione, scrittura e montaggio che Lasciami per Sempre accoglie lo spettatore. Dopo una sequenza di titoli di testa tra dissolvenze, mare e pessimi font come ci trovassimo all’improvviso sintonizzati su Canale 5 ad ora di pranzo, marito e moglie si urlano insulti su una barca a vela, si odiano, si amano, si abbracciano, si strusciano e di colpo le urla di risentimento diventano di preoccupazione perché, soli in mezzo al mare, non trovano più il figlio, lo cercano a lungo con crescente preoccupazione fino a scoprire che era in alto, su un albero della barca, anche lui pronto ad urlargli odio.

Il film che seguirà sarà tutto così, un racconto sconclusionato e sbilanciato di parenti e amanti che si gridano odio sottendendo amore. Simona Izzo vuole arrivare all’obiettivo finale (cioè quel misto di passione, odio e amore) senza fare la fatica che serve a dargli un senso, propone il risultato senza la costruzione, che poi è la ricetta del ridic...